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24 febbraio 2009 2 24 /02 /febbraio /2009 21:53




“LA PAURA DELLA DEMOCRAZIA

 

In questo Paese, purtroppo, c’è chi difende persone che manifestano il proprio pensiero “disobbedendo” alle regole democratiche e chi difende chi ha manifestato  con un passamontagna e un estintore in mano, cercando di spaccare la testa ad un uomo dello Stato.  

Poi, però, si trovano anche persone che non hanno il coraggio di rispettare – molto probabilmente per proprio comodo - ,  chi  si adopera a difendere i diritti di una categoria di lavoratori, nonostante lo faccia nel pieno rispetto delle regole e  a viso scoperto. Già, oggi il problema non è difendere i colleghi, ma è poterlo fare, in un sistema dove quando fai una vertenza è la stessa parte datoriale che ti risponde , così come quando fai un ricorso per un procedimento disciplinare. Quando, poi, c’è un sindacato, che ha il coraggio di fare diversamente, di rivolgersi all’esterno per cercare di risolvere i problemi di lavoro – al fine di contribuire meglio alla sicurezza dei cittadini ( questo è il fine)  - , non si cerca di contrastarlo sul merito delle questioni, ma si cerca il discredito per imbavagliarlo, col l’aiuto, addirittura, di chi si proclama sindacalista e libero.     Eppure in una democrazia, degna di questo nome, non si distingue tanto per il fatto che chi governa, chi è in postazioni di governo delle grandi o piccole questioni della polis, lo faccia in nome della maggioranza del popolo, per il bene del popolo (anche quando questo bene è la sicurezza) ma anche, direi soprattutto, quando è garantito nella sua pienezza il diritto - senza dover subire l’onta della deformazione e dell’alterazione dall’alto delle idee - a dissentire delle minoranze, magari anche deboli. Sappiamo, infatti - perché noi del SIAP la percorriamo quotidianamente - che rispetto a chi sceglie la via della violenza, del non rispetto delle regole e chi quella dell’accondiscendenza c’è una terza via: quella della lotta democratica e civile per la legalità nel rapporto di lavoro, per la tutela dei diritti e degli interessi posti in favore dei lavoratori;  la strada che ha scelto il SIAP di Piacenza. Allora, in questo che si dice ancora un Paese democratico, si trova, ogni tanto, una Sigla  sindacale – TUTTA- che difende esclusivamente la libertà sindacale e la libertà di parola senza secondi fini. Si trova chi difende la propria libertà (e così facendo anche quella altrui) di ritrovarsi tra simili, tra persone che hanno gli stessi problemi, che discutono e pure si indignano, che si organizzano per rappresentare le proprie necessità, per lottare per migliori condizioni di lavoro. Perché sanno, che lavorare bene, vuol dire anche dare un miglior servizio.  Si trovano anche persone, diverse da noi,  che pensano che sottrarsi a questo esercizio democratico e di giustizia, oggi, in queste condizioni, è più  favorevole per cercare   “l’inciucio”, cercare il baratto, quello peggiore sulle idee e sui principi, cercare favoritismi e magari qualche privilegio di basso profilo , sacrificando sull’altare l’agnello, già troppo vilipeso, del diritto o, proprio, i lavoratori stessi. Invece, continuare a difendere esclusivamente i lavoratori e la libertà ,  vuol dire , in questo meraviglioso sistema ,esporsi ai tentativi di discredito che avvengono proprio perché, forse, non si hanno gli argomenti per controbattere le questioni di merito.  Il SIAP di Piacenza, è bene saperlo, ha dimostrato una coerenza che non ha eguali: si è rivolto sempre con costanza presso sedi competenti a dirimere le controversi, ogni qual volta ha ritenuto che venissero violati i diritti dei lavoratori ovvero le prerogative del sindacato, in ogni ufficio di Polizia e con ogni datore di lavoro. ( questa è coerenza) Ha manifestato il suo dissenso nei confronti dei provvedimenti di questo e dei precedenti governi, ma ha fatto anche umilmente proposte di riforma del sistema della sicurezza e della giustizia, organizzando nella fine del 2007 addirittura un eccellente convegno in materia. Così come, nel consiglio nazionale di Bari, ha rimarcato la necessità di riformare l’attuale regolamento di disciplina.   Questo, evidentemente, da fastidio alla parte datoriale. .

 

 

Il Segretario Generale provinciale SIAP

Sandro Chiaravalloti

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