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6 marzo 2013 3 06 /03 /marzo /2013 07:51

libertà 5 marzo 2013 sciopero famestampa:  libertà 5 marzo 2013 sciopero fame

 

libertà 6 marzo 2013stampa: libertà sciopero della fame 6 marzo e diffida ministro interni

 

 

LETTERA APERTA AI COLLEGHI DI PIACENZA

 

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Molti di voi si chiedono cosa stia succedendo:  perché ho intrapreso un’azione nonviolenta come lo sciopero della fame, seppur temporalmente limitata, in quanto il Questore di Piacenza ha commesso violazioni contrattuali su temi già in passato chiarii e per i quali abbiamo avuto le nostre ragioni, e non fornisce più i dati delle verifiche così come nel tempo ottenuto con sacrificio. 

Il metodo innanzitutto.

La nonviolenza è carica di fiducia; è carica di fiducia negli interlocutori, è carica di amore per il dialogo perché attraverso l’indebolimento fisico di chi la pratica si possano superare i grumi che si manifestano per l’applicazione delle regole, per il rispetto di quella legalità democratica che non teme - anzi se ne avvantaggia nel medio-lungo periodo - la trasparenza, le pari opportunità e i pari doveri.

Spero che anche questa volta il dialogo nonviolento possa parlare alla parte migliore dell’interlocutore e persino di noi stessi, di noi colleghi: abbiamo più fame di verità, di trasparenza che di cibo, che di pane !

Non c’è astio, come non c’è ne mai stato, nella nostra azione sindacale fatta in modo cristallino, senza inciuci con il solo scopo di difendere i diritti, la democrazia e l’uguaglianza. La precondizione e quindi lo strumento che abbiamo sempre messo al centro, ed anche stavolta non può essere che così, è il rispetto delle norme contrattuali e soprattutto quelle relative alla partecipazione sindacale: le verifiche, gli incontri di commissione, gli esami congiunti.

Anni fa, quando abbiamo cominciato la nostra avventura al Siap, tutto veniva verificato tranne quello che doveva essere verificato.

L’incontro avveniva come se fosse un lieto incontro tra amministrazione e sindacalisti e nessuna concreta fruizioni di diritti ed interessi legittimi a mio parere veniva verificata e tutelata.

Addirittura, in alcuni uffici, nessun incontro veniva fatto, neanche sul tema sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Tanto abbiamo fatto, e lo abbiamo fatto per voi, per la vostra dignità.

Questi incontri, negoziali o no, per me, per noi del Siap, sono stati storicamente il luogo del confronto ove l’ingiustizia, l’errore che la provocava, poteva eventualmente emergere, cominciare ad essere sanato; indurre l’eventuale errante, la pubblica amministrazione, a comprendere che magari taluni suoi appartenenti, taluni lavoratori di Polizia, erano più impiegati, più sacrificati di altri; talvolta anche vessati in talune articolazioni ed ad altri ancora veniva negato il giusto compenso lavorativo si istituti contrattuali mai avviati. – come lo straordinario programmato, la reperibilità, il cambio turno il recupero riposo d chi saltuariamente effettuava turni alle volanti ecc…

Per questo era importante avere dati aggiornati, già elaborati individualmente, in modo che queste eventuali discriminazioni, magari determinate in buona fede e per scelte compiute i, potessero venir fuori, essere discusse, comprese, sanate.

 

Sapevamo e sappiamo che questo poteva e può tuttora aiutare il datore di lavoro a verificare se stesso, ad avere informazioni maggiormente qualificate su come programma, su come affronta le eventuali emergenze, sulle proprie scelte in ordini ai carichi di lavoro, alle opportunità di formazione fornite ai lavoratori.

Avere avuto ragione sulla produzione di questi dati, con numerose e faticose vertenze, era stata, insomma, una scelta autenticamente “con-vincente” di cui poteva avvantaggiarsi la stessa Amministrazione; tanto democraticamente  “con-vincente” che questi dati ci sono stati, nel susseguirsi delle gestioni, sempre forniti.

Ci ha sorpreso, e non poco, dunque la marcia indietro di queste ore effettuata dal Questore di Piacenza. Lui sa, come noi, che la trasparenza, la conoscibilità, l’effettivo esercizio del diritto a conoscere anche attraverso l’interpolazione di informazioni e  dati è la vera nemica dell’omertà mafiosa, dell’atteggiamento mafioso.

Quindi credo, parlando a voi colleghi, di ritenere che questa mia azione nonviolenta sarà in grado di parlare al cuore del Questore, alla sua parte migliore, quella che in altre occasioni ha avuto modo di manifestare;  come sarà in grado di far riscoprire, in tutti noi, l’amore e l’impegno per una causa, quella democrazia, della legalità che è anche, non a caso, la stessa missione del nostro lavoro.

Noi, abbiamo nel tempo impegnato il nostro tempo, i nostri soldi, sacrificato i nostri affetti, ricevuto attenzioni particolari e vessatorie, abbiamo passato notti in bianco, pianto, avviato azioni legali, vertenze, manifestazioni e tante altre cose utili ad ottenere  risultati che successivamente e democraticamente sono diventati strumento di tanti in questa e in altre città, al fine di tutelare i diritti di una categoria di lavoratori che ha sempre ricevuto attenzioni non degne di quello che rappresenta per il nostro Paese.

Noi, a tutto questo non vogliamo rinunciare ed utilizzeremo tutti gli strumenti democratici e di dissenso , nel pieno rispetto delle parti e della persona,  necessari per ripristinare quanto ottenuto con sacrificio.  ……

Un grazie a tutte le persone che mi sono state vicine, che mi hanno chiamato, che hanno dimostrato il loro affetto …. colleghi, altri sindacalisti della polizia e non, dirigenti , politici, giornalisti ……

 

Vi abbraccio.

 

 

 

Il Segretario Generale provinciale SIAP 

Sandro Chiaravalloti

 

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