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7 gennaio 2012 6 07 /01 /gennaio /2012 08:25

58591 1482555035490 1582285213 1097745 1225053 nil momento storico che sta attraversando il nostro Paese non è nuovo; chi non ricorda infatti proprio il passaggio dell’entrata in vigore dell’euro ? E come in altri momenti simili, già vissuti in passato, ancora una volta, il solito sistema per risanare è quello di chiedere sacrifici al popolo italiano, ai soliti noti, ai lavoratori dipendenti ai pensionati o ai pensionandi, a chi si affaccia oggi sul mondo del lavoro, alla piccola impresa. Mancano, nonostante la tanto strombazzata “fase due”, le idee e le volontà per le cose che si dovrebbero realmente fare: quelle che riducendo sprechi e duplicazioni o aprendo realmente la concorrenza vanno incidere sulle cosiddette caste, sulle baronie pubbliche e delle professioni. Mancano, come la al solito, le riforme di liberalizzazione e di semplificazione della macchina amministrativa: le uniche capaci di ridurre la spesa pubblica corrente in modo definitivo senza pregiudicarne  l’efficienza e ridurre la spesa dei nuclei privati restituendogli la capacità di acquisto di beni e servizi che in questi anni hanno perso. Ma , in questo mio documento, da sindacalista della polizia di Stato,  voglio ancora una volta rilanciare quelle riforme che nessuno ha ancora il coraggio e la determinazione di portare avanti su quello che riguarda il comparto sicurezza e difesa. In poche parole  non  si dovrebbe fare altro che seguire quelle linee guida dettate dalla Unione Europea tanto decantata  quando, guarda caso, c’è da chiedere sacrifici alla base del Popolo Italiano.  E’ mai possibile che in un Paese dove la Politica chiede sacrifici,  non si portano avanti  con forza riforme sul comparto sicurezza dove ancora oggi, in barba alle direttive europee, esistono ben 5 forze di Polizia  - alcune ancora ad ordinamento militare - e non viene realmente attuato il numero unico di emergenza ?  Riforme che senza dubbio garantirebbero meno sprechi, meno duplicazioni  e  garantirebbero soprattutto l’attuazione definitiva di  quel coordinamento tra tutte le forze di Polizia che oggi resta una chimera. Oppure riforme che possano demandare varie incombenze amministrative ad altri settori della pubblica amministrazione.  Ma a mio parere, tutto questo è difficile attuarlo  sol perché una eventuale riforma  non verrebbe digerita dagli alti “papaveri”   che devono mantenere poteri e carriere che non fanno bene a nessuno. Oggi per mantenere livelli di sicurezza nelle nostre città, compresa Piacenza, si continua ad andare avanti solo grazie al sacrificio del lavoratori e alla responsabilità del sindacato che, se si continua  di questo passo, il SIAP  di Piacenza non intende più essere responsabile su irresponsabilità  di chi governa e gestisce . Ogni giorno, come in una partita di calcio tra scapoli e ammogliati , la palla viene lanciata e si attende di vedere dove atterra con la speranza che “cada”  sempre in un buon punto  e che non succeda nulla.   Non  si hanno più strategie, non si hanno più risorse, non si hanno più uomini; si tira a campare sperando, ogni giorno, che vada bene in un ambiente lavorativo dove non ci sono i soldi neanche per mandare un carro attrezzi per soccorrere una auto della Polizia Rimasta in panne in autostrada;  in questa Italia di “auto Blu”.

 

Il Segretario Generale provinciale SIAP

Sandro Chiaravalloti

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