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21 novembre 2009 6 21 /11 /novembre /2009 00:33






AL SIG. QUESTORE DI                                                                PIACENZA

 

 

Oggetto: Comportamenti e atteggiamenti Capo Uffici.

 

         Come  rappresentate dei lavoratoti, molte volte ho potuto notare,  di persona, con vero sconcerto, come certi atteggiamenti continuano  a persiste nell’anno 2009  - a più di 20 anni dalla riforma della Polizia di Stato - nei luoghi di lavoro della Polizia di Stato, nonostante il Sig. capo della Polizia stia cercando di porre rimedio con circolare e corsi di formazione utili a rendere veramente una Polizia di Stato formata, preparata e qualitativamente vicina al cittadino.

 

         Quando però, si notano atteggiamenti che a mio parere ledono la dignità delle persone., comprese quella dei protagonisti negativi, e quando assistiamo a comportamenti tesi a “minare” la serenità del lavoratore con atteggiamenti che ritengo “Mobbistici” e “terrorististici” con schemi e sistemi oramai noti a tutti, allora riteniamo che gli sforzi  fatti si vadano a far benedire in quanto tali atteggiamenti che ritengo  anche arrogati e presuntuosi – a volte anche “mafiosi” , possono essere  a sua volta imitati dai colleghi nei confronti del  cittadino,  facendo così venir meno quali sono i veri compiti del poliziotto e gli sforzi del Sig. capo della Polizia a rendere sempre più una Polizia di Stato democratica e civile. .

 

         Pertanto, si comunica che dopo questo comunicato generico, ma non troppo, al prossimo comportamento non consono effettuato da parte dei Suoi  più stretti collaboratori ( mi sto riferendo ad alcuni di  loro) , lo scrivente indirizzerà un esposto presso la Procura della Repubblica e redigerà un volantino riassuntivo da distribuire ai cittadini , tramite volantinaggio e gruppi facebook che ci permette di raggiungere oramai almeno 5000 persone in tutta Italia + le varie mail.  

 

 

          Per quanto riguarda la “pulizia” all’interno della Questura e la trasparenza, seguirà un ulteriore documento pubblico, poiché molte segnalazioni sono pervenute a questo SIAP.

 

        

 

Il Segretario Generale provinciale SIAP

Sandro Chiaravalloti

 

 

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10 novembre 2009 2 10 /11 /novembre /2009 18:29

Siamo alla frutta!! Dopo l’assenza dei water nei nuovi bagni della stradale, dopo un ascensore funzionate e costoso sito  in un luogo inaccessibile – rischiando così  di disperdere le risorse economiche già investite se non si ultimano i lavori -  non ci sono i soldi per riparare un semplice  campanello per far accedere i cittadini negli  uffici della  polstrada, dove gli stessi utenti vengono invitati, con un biglietto esposto sul campanello da giorni, di chiamare telefonicamente  l’ufficio. Speriamo che non si arrivi al punto di far chiamare il 113. Giorno 17 novembre ci sarà la riunione periodica tra datore di lavoro e rappresenti dei lavoratori sulla questione sicurezza e salubrità nei luoghi di lavoro. Il siap, il sindacato più rappresentativo della provincia e della stradale stessa, ancora in crescita, non vi parteciperà. Crediamo che sia una ulteriore riunione tesa a “mettere le carte a posto” senza che ci sia una seria volontà di risanamento. Inviterò nei prossimi giorni tutti in parlamentari  e in particolar modo che ha già effettuato una interrogazione al ministro degli interni di effettuare una ispezione nell’edifici -  Foti, Polledri e Turco -  affinché posano gli stessi prendere personalmente visione di una situazione scandalosa che non può più essere accettata da nessuno. Stiamo organizzando inoltre una manifestazione locale.

 

Il Segretario Generale provinciale SIAP Sandro Chiaravalloti
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5 novembre 2009 4 05 /11 /novembre /2009 11:27
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5 novembre 2009 4 05 /11 /novembre /2009 10:41

SICUREZZA: SEMPRE PIU’ EFFETTO “PLACEBO”?

 

Sto notando, con profondo sconforto, come sindacalista-poliziotto e  anche come semplice cittadino , che la sicurezza  se prima era più percezione che concretezza  - e già questo era negativo - oggi, pian piano, sta diventando addirittura sempre più: effetto placebo  . Oramai sia la politica che alcune istituzioni preposte, aimè, hanno capito che è più facile apparire che non procurare sicurezza concreta.   Comprendo perfettamente i cittadini e le loro emozioni, ma è meglio che anche loro comprendano, prima che sia troppo tardi,  che certe strategie sono utili  per lo più a dar fumo negli occhi, creare consenso  e alibi.  Nonché, cosa ancor più scandalosa,  accontentare solo i pochi  a discapito ti tanti  altri .   Ad esempio, le ben volute pattuglie miste con i militari, si voglia o non  si voglia, distolgono in  ogni turno 2 poliziotti che potrebbero formare una volante  che vuol dire 4 volanti al giorno anche in base alle assenze legittime del personale, in un settore  dove il personale è sempre più inferiore e “anziano”,  dove i diritti vengono sempre meno e dove le condizioni lavorative sono pessime.  La sicurezza, è ora che si comprenda, è anche (anzi, soprattutto)   garantire  un intervento celere e qualificato in ogni luogo della città e della provincia,  in quanto  in certi casi  la celerità vuol dire salvare una o più vite in un periodo  dove i reati, calo o non calo,  aumento o no, sono sempre più efferati. Del resto, mentre una volta i ladri di appartamenti entravano in casa quando non c’erano i proprietari ,adesso entrano quando ci sono  in modo tale che se non trovano nulla al volte  svegliano gli inquilini  e  li  maltrattano pesantemente   per farsi dire dove sono i beni.  Per me, come cittadino, come marito e come padre,  sapere che di notte in caso di bisogno chiamare  il 113 o 112 vuol dire ottenere  un intervento tempestivo e qualificato, mi farebbe stare meglio più  che sapere che ci sono pattuglie miste appiedate in poche zone di una città o solo nel centro di  qualche paese.

 Perché i cittadini sono uguali a prescindere da dove abitano.  Un intervento celere e qualificato, spero non ci siano dubbi, lo  può fornire  solo una volante o una gazzella  – in tutta la città e  provincia -  . Ho  sempre affermato , e lo ripeto, che è meglio avere 2 volanti efficienti che 4 servizi “zoppi”  e utili a fornire il predetto  “effetto placebo” che ti fa sentire meglio “fregandoti”  ma che  non ti cura del tutto. Ma poi, per correttezza – mi si perdoni l’ironia -  bisogna anche mettere in conto che le risorse sono sempre meno e che se le auto invecchiano e non vengono sostituite si potrebbe andare tutti a piedi. Allora,  visti i tagli,  il destino è quello che tutti gli operatori di polizia andranno a piedi per fornire il predetto “placebo” ? 

Da cittadino, ancor prima che da poliziotto-sindacalista, spero che ci sia una attenta riflessione e che si smetta di fornire visioni a discapito della nostra sicurezza che deve essere  sempre democratica e civile e garantita dai veri professionisti i quali vanno messi in condizione di operare al meglio. .

 

 

 

 

Il Segretario Generale provinciale SIAP

Sandro Chiaravalloti

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31 ottobre 2009 6 31 /10 /ottobre /2009 20:43

Nel continuo e costante confronto- incontro con le varie forze politiche di entrambi gli schieramenti, in data odierna – 31.10.09 - , in occasione della festa organizzata dal PD  Piacentino per celebrare l’elezione del nuovo Segretario Nazionale del PD Onorevole Pierluigi BERSANI, il Segreterio Generale provinciale SIAP di Piacenza  Sandro CHIARAVALLOTI , si è recato nel luogo della manifestazione per complimentarsi con il neo Segretario Piacentino On. BERSANI e proporgli un futuro confronto già in passato  preannunciato .  Nei prossimi Giorni, Dopo gli incontri già avvenuti con l’Italia dei Valori e  l’Onorevole Tommaso FOTI (PDL), fisseremo un incontro con gli Onorevoli DE MICHELI E MIGLIAVACCA ( PD ) e successivamente con L’Onorevole POLLEDRI ( LEGA)   e in seguito con l’UDC e il Partito Radicale.  Un continuo confrontarsi per aver la possibilità sempre più di poter  dar voce alle donne e agli uomini della Polizia rappresentati  e far sapere a chi quotidianamente interagisce nel Parlamento Italiano, quali sono le nostre rivendicazioni democratiche per una Polizia di Stato  che vogliamo sempre più  ad ordinamento civile, preparata, formata, con uomini e mezzi e soprattutto non mortificata.  

 
LA SEGRETERIA PROVINCIALE SIAP DI PIACENZA

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18 ottobre 2009 7 18 /10 /ottobre /2009 20:45

La manifestazione nazionale dei sindacati di Polizia ha avuto la sua conferma per il 28 ottobre prossimo venturo. Noi del SIAP di Piacenza, stiamo organizzando i mezzi per recarci a Roma per tutte le segreterie provinciali dell’Emilia Romagna  e stiamo registrando che c’è da parte dei colleghi una grande necessità di dare voce alle proprie rivendicazioni. Infatti, a differenza dell’ultima volta che abbiamo effettuato una manifestazione contro le politiche del precedente Governo, gli aderenti alla manifestazione, per quanto riguarda il SIAP in Emilia Romagna, sono quintuplicati. Ciò, a mio modesto parere, è la prova del malessere che serpeggia all’interno della Polizia  causato dalle scelte dell’attuale Governo in carica, che non ha mantenuto quanto promesso in una campagna elettorale che è stata proprio da loro improntata sulla sicurezza e sulle nostre condizioni lavorative, anche presenziando alle nostre manifestazioni. I colleghi , è bene chiarirlo, protestano perché vogliono  lavorare bene e  a beneficio di ogni singolo cittadino. Oramai lo hanno capito tutti: mancano i mezzi, mancano le  strutture idonee, mancano i soldi per pagare gli straordinari, mancano  i soldi per la produttività – ancora non pagata interamente – , il personale è sempre più vecchio e le assunzioni sono inferiori al numero di chi va in pensione, mentre il lavoro, inesorabilmente aumenta sempre di più. Il sistema sta fallendo e lo vediamo di giorno in giorno. Ma la cosa che ci preoccupa di più, è il tentativo di capovolgere la civilizzazione e la democratizzazione della Polizia ad ordinamento civile che, fino ad adesso, ha voluto significare da una parte garanzia di diritti per i lavoratori e dall’altra garanzie democratiche per i cittadini stessi, che devono pretendere, è ora che lo si capisca, che la sicurezza interna in un paese democratico, non può essere militare, ma civile. Ma non solo, va evidenziato che proprio grazie alla sindacalizzazione della polizia di stato, alle lotte che abbiamo fatto, ai risultati che abbiamo ottenuto -  facendo da traino -   abbiamo migliorato inevitabilmente anche la qualità della vita lavorativa delle forze di polizia ad ordinamento militare , che grazie a noi, hanno ottenuto, giustamente, qualche aggiustamento della loro condizione, appena degno di un Paese che si vuole democratico. Questo tentativo, ormai sempre più palese, di reintroduzione di modelli militari di organizzazione della Pubblica Sicurezza ci preoccupa e deve far riflettere tutti sui pericoli democratici e sulla professionalità dei Poliziotti che nonostante tutto, solo grazie all’alto senso del dovere, continuano a fornire un sevizio eccellente ai cittadini.  Proprio per questo, il SIAP di Piacenza, continuerà nei prossimi giorni ad incontrare esponenti politici Piacentini. Dopo gli incontri avvenuti con  l’Italia dei Valori e  con l’onorevole Foti, nei prossimi giorni fisseremo la data di incontro con l’onorevole De Micheli che ha già dato la disponibilità all’incontro insieme all’onorevole Migliavacca (PD). Successivamente incontreremo l’onorevole Polledri che ha già dato disponibilità come hanno dato disponibilità anche gli esponenti dell’UDC e quelli del Partito Radicale. Non pretendiamo di imporre a nessuno le nostre idee, ma chiediamo solo un continuo confronto civile e democratico affinché, attraverso il sindacato, si possa far veicolare le idee e gli stati d’animo delle donne e degli uomini della Polizia di Stato.      

  21.10.09--cresce-il-malessere-in-polizia--liberta-.PDF 21.10.09--cresce-il-malessere-in-polizia--liberta-.PDF

Il Segretario Generale provinciale SIAP

Sandro Chiaravalloti

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14 ottobre 2009 3 14 /10 /ottobre /2009 21:43
SINDACATI PS; NO RISORSE, DOMANI IN PIAZZA A ROMA
(ANSA) - ROMA, 14 OTT - I poliziotti scenderanno domani in piazza per chiedere al governo 'risposte concrete' di fronte ai tagli al comparto della sicurezza. 'Il governo ha scelto di continuare nella politica degli annunci - dicono i sindacati Siulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl-Polizia di Stato, Coisp-Up-Fps-Adp-Pnfi-Mps - senza far seguire alcun fatto concreto'. L'appuntamento e' per domani mattina davanti al Viminale, dove ci sara' un sit in dei poliziotti dalle 8 alle 13, che si terra' in contemporanea ad un'analoga protesta degli agenti della polizia penitenziaria davanti al ministero della Giustizia e degli uomini del Corpo forestale dello Stato, davanti al ministero delle Politiche agricole. Al termine dei sit in, i sindacati si trasferiranno in piazza Montecitorio per proseguire nella protesta. 'Non vi sono allo stato - dicono - stanziamenti economici per il prossimo anno che possano accogliere, anche solo in parte, le richieste che tutte le organizzazioni sindacali del comparto hanno avanzato per ottenere risorse adeguate per il rinnovo del biennio contrattuale, per la salvaguardia della specificita' professionale, per il riordino delle carriere'. L'iniziativa di domani e' la seconda delle mobilitazioni programmate dalle organizzazioni sindacali: il 6 ottobre c'e' stato un volantinaggio davanti a tutte le Prefetture e le Questure e il 28 ottobre si terra' una manifestazione nazionale a Roma, con la partecipazione di migliaia di appartenenti al comparto sicurezza.(ANSA
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13 ottobre 2009 2 13 /10 /ottobre /2009 21:25

 

Il sindacato è qualcosa in cui noi del Siap crediamo; non solo  nell’attività di tutela degli iscritti - cosa primaria - ma che questa, mediante meccanismi di confronto e decisione autenticamente democratici, possa essere il frutto di una reale partecipazione di ogni singolo lavoratore poliziotto.

 

Ogni anno, ogni benedetto anno, questa organizzazione mette a bilancio decine tra riunioni di segreteria, di direttivo, assemblee sui luoghi di lavoro, riunioni informali tra i dirigenti che servono – autenticamente – a determinare la migliore agenda per la politica sindacale in questa provincia.. proprio oggi, ad esempio, il SIAP di Piacenza ha incontro il nuovo dirigente del compartimento Polfer….

 

Poiché decine sono poi le vertenze, i documenti, le prese di posizione e  le interlocuzioni con le parti datoriali, decine sono i momenti in cui si assiste il personale di Polizia per le disavventure disciplinari, per le sue vicende contabili, amministrativi e per la tutela anche spicciola dei suoi diritti e dei suoi interessi legittimi.

 

Ogni anno però duole constatare sempre la stessa storia: ecco i soliti personaggi si svegliano dal loro letargo !

 

Hanno oziato per 11 mesi, ed eccoli puntuali, nel mese di ottobre – mese in cui ogni collega può decidere se restare in un sindacato o cambiarlo - cercare di salvare il salvabile per salvare se stessi, per la loro poltrona, non certo perché gli interessa qualcosa degli altri.

 

Ma i colleghi, come ho già avuto modo di dire, non sono fessi, sanno osservare, sanno valutare, sanno conoscere per poi deliberare la loro scelta, la loro iscrizione.

 

 

Taluni sindacalisti, hanno dimostrato di fare sindacato per un solo mese e di far finta di alzare - in proprio - la propria la voce quando, invece, è un intero cartello sindacale che denuncia cose e fatti; proprio loro che non sono riusciti, nel momento del bisogno, di mettersi in gioco personalmente rischiando di vedere deturpata ed offuscata la propria immagine.

Chi fa il sindacalista, è bene ribadirlo per l’ennesima volta, dovrebbe farlo sempre e anche rischiando qualcosa, pur di far comprendere le idee proprie e dei propri iscritti al fine di meglio tutelare le donne e gli uomini della categoria che intende rappresentare.

Già, perché il mandato elettivo di un sindacalista è quello di difendere i colleghi – TUTTI – iscritti e non, senza dimenticare che bisogna  soprattutto difendere ciò che hanno conquistato i nostri predecessori – quando facevano il cosiddetto  sindacato carbonaro -  quando sono riusciti ad ottenere una Polizia di Stato ad ordinamento civile, democratica, e sindacalizzata che ha permesso di ottenere diritti come: le pari opportunità, la tutela delle lavoratrici madri, la certezza e la programmazione degli orari di servizio, la programmazione di aliquote di straordinario, il diritto allo studio, il diritto al congedo ordinario e a quello straordinario.

Diritti alcuni dei quali, in questa città, molte volte vengono ignorati, le cui garanzie vengono calpestate o ignorate, grazie a strategie  da nostalgici “caporali di giornata”. Col nuovo ANQ dobbiamo cercare di disinnescarle, attraverso la contrattazione decentrata che, oggi più che ieri, va valorizzata in riferimento al benessere del personale e all’eventuale adozione di orari di servizio in deroga.

C’è, infatti, da chiarire che il diritto al congedo, nell’ambito del più generale diritto al buon lavoro, al lavoro sicuro, si ottiene con una organizzazione equilibrata e di buon senso, con i buoni rapporti interpersonali nei confronti di tutti, mediante l’abolizione di personalismi e favoritismi; nell’anno 2009-2010  ci impegniamo, infatti, a pretendere  la definitiva “messa in soffitta” di questi ultimi. 

 

Come nel corso dell’anno non abbiamo fatto mai mancare il contributo di riflessione e di comunicazione sulle possibili riforme dell’amministrazione della Pubblica Sicurezza che potrebbero, se poste in essere, contribuire alla realizzazione di maggiori livelli di tutela dei lavoratori e di democrazia interna.

Dall’unificazione delle forze di polizia, alla piena libertà sindacale, dal diritto di sciopero regolamentato alla riforma del diritto disciplinare saranno ancora gli argomenti di discussione all’interno e all’esterno dell’organizzazione Siap di Piacenza perché nessuno, nemmeno la parte datoriale – in un momento di difficoltà del bilancio pubblico - possa ancora invocare la scarsità di risorse umane e strumentali quale alibi alle continue violazioni pattizie e non.

 

Quindi colleghi, grazie ancora per il sostegno non solo rappresentativo  -  siamo ancora in crescita - ;  ma soprattutto quello morale, quello che ogni giorno, incontrandovi e scambiando due chiacchiere con voi – durante tutto l’anno – mi da – ci da -  la forza di andare avanti sempre più con lealtà e senza secondi fini.

 

 

Il Segretario Generale provinciale SIAP

Sandro Chiaravalloti

 

 

 

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11 ottobre 2009 7 11 /10 /ottobre /2009 22:43

Poliziotti: ancora cittadini di serie B ? Gli indizi di una rimilitarizzazione strisciante.

 

In alcuni precedenti interventi su questa testata ho avuto modo di sottolineare, da una parte, come il sistema della sicurezza pubblica previsto dalla Legge 121/81 sia un sistema costoso, per certi versi pletorico (il più alto tasso di rapporto in Europa tra addetti alle diverse forze di polizia e cittadini) e, dall’altra  al tempo stesso, come questo sistema inefficiente sia stato anche produttivo di un arretramento delle retribuzioni conferite agli operatori (se comparate a quelle di altre maggiori realtà europee).

E’ ora solo il tempo di confortare, sia chiaro del tutto eufemisticamente, il lettore su come anche dal punto di vista dei diritti di libertà e del loro concreto esercizio il bilancio, dal punto di vista del cittadino-poliziotto, sia ancora tutt’altro che positivo.

Ma occorrerà andare con ordine.

Libertà sindacale.

La legge 121/81, quella legge che ha portato la riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, ha concretizzato il diritto di ciascun appartenente alla Polizia di Stato di associarsi in sindacati ma al secondo comma dell’art. 82 – pur innanzi alla chiara ed esplicita previsione dell’art. 39 della Costituzione che dall’entrata in vigore continua a volere una forma organizzativa sindacale di tipo libero - ha introdotto il vincolo del divieto di aderire ad un’associazione sindacale con altri lavoratori impiegati in altri lavori e assumerne, dunque, la rappresentanza.

Cosicché oggi gli innumerevoli sindacati di Polizia, tutti costituiti da poliziotti, proprio in virtù di questa restrizione – come è intuibile - tendono a somigliare alle rappresentanze militari, a dei Cocer, oltre che ad avere la tendenza a porre in essere politiche di tipo corporativo piuttosto che spostare l’asticella verso l’alto, verso lotte di riforma.

 

Diritto di sciopero.

Il diritto di sciopero dell’art. 40 della Costituzione, seppur doverosamente regolamentabile come avviene per gli altri servizi pubblici essenziali, è addirittura inibito all’appartenente alla Polizia di Stato.

 

Diritto di partecipazione politica.

Dalla metà degli anni novanta non viene più reiterato, come avveniva, nella forma incostituzionale del decreto legge la possibilità, prevista dall’art. 98 comma 3° della Costituzione.

I lavoratori della Polizia di Stato, proprio perché smilitarizzati con l’entrata in vigore della legge n. 121 del 1981  come tutti i cittadini, avrebbero dovuto – in assenza di una esplicita previsione legislativa ordinaria in tal senso - godere del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (ex articolo 21 della Costituzione) e di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (ex articolo 49 della Costituzione);  così come per ogni iscritto ad un partito anche a loro doveva essere garantita la piena vita statutaria e cioè la piena libertà di far avanzare le proprie idee e le proprie istanze all’interno e all’esterno dell’organizzazione politica a cui si è deciso di appartenere.

A complicare il quadro ci ha pensato, però, l’art. 81 della Legge 121/81 che con la sua formulazione poco chiara alimenta non pochi equivoci ed impone agli appartenenti alla Polizia di Stato,  di « mantenersi al di fuori delle competizioni politiche... e di svolgere propaganda a favore o contro partiti »; cosicché  - seppur non esclusa la possibilità di esercitare il diritto di elettorato passivo – un’interpretazione estensiva oltre il tenore letterale e quello sistematico (del tutto non improbabile in Italia) di tale disposto legislativo impedirebbe anche al privato cittadino che di mestiere fa il poliziotto (ma che non si propone all’opinione pubblica come appartenente alla Pubblica Amministrazione) persino di manifestare liberamente il proprio pensiero anche nei periodi di tempo situati al di fuori di quelli di campagna elettorale.

Ed  appare, infatti, del tutto paradossale non prevedere il divieto di iscrizione ai partiti politici e poi rendere l’iscritto che di professione fa il poliziotto all’interno del partito un mero convitato di pietra in attesa di essere cooptato per la composizione delle liste elettorali.

 

La rimilitarizzazione strisciante.

 

Come avevo già scritto che la legge 121/1981, seppur in modo parziale e tendenzialmente dunque esposta a rischi contro-riformatori, abbia apportato mutamenti rilevanti sul piano democratico per il Paese e per gli stessi appartenenti all’Amministrazione della Polizia di Stato è un dato di fatto indiscutibile.

Ma che sia in atto, e non da oggi con il governo dei “capaci di tutto” e con l’introduzione pressoché a sistema dell’impiego dei militari nelle città, anche nell’ordinamento della sicurezza una rimilitarizzazione strisciante è un altro dato che m’appare altrettanto indiscutibile: capace di minare dall’interno proprio quella “civilizzazione” voluta invece dalla Legge 121/81.

Ma il monopolio di questo processo non è solo di questo centrodestra.

A mettere, infatti, un primo tassello contro qualunque ipotesi di unificazione o coordinamento tra le due principali Forze di polizia ci pensò l’on. Dalema che con Legge 78/2000 conferì all’Arma dei Carabinieri il rango di quarta Forza Armata. Di fatto, in questo modo, non solo si accrebbe l’autonomia dei Carabinieri rispetto alle altre Forze di polizia ma si realizzò un’altra grave anomalia: “quella di essere l’unico Paese al mondo ad avere aggiunto una nuova dimensione di Forza Armata  a quelle di cielo, di mare e di terra”.

Esplicita controriforma – quest’ultima - che è aggravata dall’errore di aver previsto, proprio nella Legge 121/81, la permanenza nell’apparato di ben tre organizzazioni di tipo militare con funzioni di polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza e all’epoca anche l’odierna Polizia Penitenziaria).

Tale pratica la si rinviene nella sopravvivenza all’eterna rincorsa ai riordini di carriera sganciati da ogni elemento d’effettiva professionalità che sono elemento costitutivo delle strutture militari; nella stessa direzione si inquadrano senz’altro le resistenze a riformare l’attuale regolamento di servizio e quello di disciplina che definirli vergognosi non è il peggio che si possa dire. Analogo discorso vale per la gestione della mobilità del personale che funziona forse peggio di quella ante-riforma.
Anche sul piano simbolico la persistenza dei cappellani militari in un’amministrazione che si vuole “civile”, gli alamari e i decori sempre più grandi e vistosi nelle divise degli “ufficiali”, le marce e i giuramenti a cui negli ultimi anni sono sottoposti persino i funzionari, a quale tipo di identità rispondono se non a quella militare?

E proprio il Governo Berlusconi del 2001-2006 con il consenso quasi unanime dell’opposizione è riuscito, all’insaputa del paese, a porre un altro macigno sulla strada dell’effettiva smilitarizzazione. Faccio riferimento alla legge che nel luglio 2004 abolendo la leva obbligatoria ma anche il concorso pubblico con accesso diretto dalla vita “civile”, ha stabilito anche che per entrare a far parte di una delle Forze di polizia (compresi i Vigili del Fuoco!) è indispensabile, per l’aspirante, il requisito dell’aver prestato almeno il servizio di leva volontaria per almeno un anno consecutivo in una delle Forze Armate.

Ci sarebbe da comprendere che - come per la democrazia, lo stato di diritto e libertà anche per una riforma che portasse definitivamente maggiori libertà e diritti democratici all’interno della Polizia di Stato come non ha fatto la Legge 121 del 1981- nulla si può considerare acquisito per sempre.

 

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2 ottobre 2009 5 02 /10 /ottobre /2009 22:31

Sinossi...................... Un poliziotto della Sezione specializzata minori di Palermo combatte da anni la pedofilia. E’ un compito delicato, che richiede molta caparbietà per superare l’orrore dei tantissimi casi di bambini segnati dalle violenze sessuali e infinità sensibilità per accostarsi alle piccole vittime e indurle a liberarsi dall’incubo. Senza indulgere mai nella morbosità, questo libro – che ha la prefazione di Salvo Ficarra e Valentino Picone – racconta con delicatezza storie vere, di abuso e di recupero dell’innocenza perduta.

Gli Autori.............. Nicolò Angileri, nato a Palermo nel 1970, è assistente capo della Sezione specializzata minori della Questura di Palermo. Dopo varie esperienze di lavoro, dalla Omicidi all’Antirapina, dal ’93 si occupa di casi di violenza sessuale.

                                        Raffaella Catalano, giornalista ed editor, è nata a Palermo nel 1964. Laureata in Lingue, per dieci anni ha lavorato come cronista di giudiziaria per i quotidiani “la Repubblica” e “La Sicilia” e per varie testate televisive e radiofoniche. Dal 2001 si occupa di editoria, collaborando con case editrici e scrittori.

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