UN NOSTRO PUNTO DI VISTA DOPO L’ESPERIENZA SINDACALE DI QUESTI ANNI NELLA PROVINCIA DI PIACENZA
DIRIGENTI E DIRETTIVI
Appartenenti ai ruoli dirigenti e direttivi permangono parecchio tempo nella stessa sede anziché prediligere variegate esperienze lavorative multi sede. Questo aspetto, col tempo, rischia di divenire potenzialmente dannoso, facendo venir meno i presupposti ispiratori di imparzialità e buon andamento.
AMBIENTE DI LAVORO
Nell’ambiente di lavoro molti operatori si sentono sminuiti e demotivati, pronti a cogliere qualsiasi occasione per cambiare incarico rendendosi anche indisponibili . Queste scelte, di conseguenza, vengono assunte per una forma di autotutela sull’aspetto psicofisico.
MOVIMENTI INTERNI
Il principio informatore che ha governato CERT movimenti interni è apparso il dilettantismo nelle scelte, operate, con varie distorsioni, senza alcun riguardo alle specializzazioni acquisite, all’anzianità e alla esperienza di servizio.
Si sono realizzate lotte intestine all’intruso, ovvero a coloro che avendo suggerito migliorie e cambiamenti sono stati ritenuti alieni, in un ambiente dove certe strategie risultano da anni in posizione dominante .
Punti salienti di tale gestione sono apparsi l’immobilismo legato ad immutabili tradizionalismi.
Ciò ha creato non pochi problemi organizzativi e di assestamento degli uffici, ingenerando malumori dissensi e conflitti, rendendo pessimi i rapporti interpersonali connotati da incertezza, sfiducia e diffidenza.
In questo clima avrebbero dovuto svilupparsi strategie partecipative.
MOBBING
Il giudice Dr. Guariniello, al convegno “Mobbing un caso anche italiano” (Milano 2001) ha affermato: “il mobbing può causare anche malattie professionali e, quindi, può costituire reato: il delitto di lesione personale colposa previsto e punito dall’art.590 c.p.”
La Polizia di Stato assorbe gli elementi della società in cui vive, e come tale è esposta a fenomeni degenerativi quali il mobbing, intesto come quell’insieme di strategie comportamentali (emarginazione, diffusione di maldicenze, continue critiche, assegnazione di compiti dequalificanti, ritorsioni sulle possibilità di carriera, compromissione dell’immagine sociale) volte alla distruzione psicologica, sociale e professionale del lavoratore.
Una certa ’“interpretazione creativa” della gerarchica consente comportamenti censurabili sotto vari profili, che andrebbero attentamente analizzati.
RELAZIONI SINDACALI
Nelle relazioni sindacali e nei diritti del personale sono stati offerti spettacolari esempi di incomunicabilità. I rapporti, con il passar del tempo, si sono talmente irrigiditi che a volte è necessario comunicare quasi esclusivamente per iscritto. Rappresentanti delle istituzioni hanno badato più a curare la propria immagine, perseguendo principalmente lo scopo di apparire nei resoconti giornalistici di cronaca anziché optare alla risoluzione dei problemi reali, ovviando alle carenze organizzative.
LA SICUREZZA
La politica securitaria è stata improntata ad una gestione e ad una carica notevolmente appesantita verso l’arrivismo ed il risultato statistico: la volanti “dovevano” arrestare o rientrare in ufficio con risultati, dovevano produrre effetti da riferire ai giornali per chi intendeva essere menzionato nelle pagine di cronaca e tenere conferenze stampa.
Questa ricerca spasmodica dei risultati rischia di stimolare comportamenti al limite, mediante assunzione di forme operative semplicistiche e banali che finiscono per arrecare fastidi.
I rappresentanti sindacali hanno denunciato tali anomalie, esprimendo la preoccupazione che l’eccessiva ricerca dell’obbiettivo inducesse ad entusiasmi non ben contenuti e che mal si conciliano con l’imparzialità.
E’ necessario riequilibrare il rapporto tra valori e obiettivi.
PROCEDIMENTI DISCIPLINARI
Con l’impiego anomalo dello strumento disciplinare è stato esasperato il clima di lavoro, producendo una gestione del personale assolutamente negativa.
L’azione disciplinare ha corroborato elementi di assoluta mancanza di trasparenza a discapito dell’opportunità e dell’obiettività.
In tal misura lo strumento di correzione ha perso il suo scopo di razionalizzazione e recupero, finendo per divenire uno strumento terroristico nelle mani di chi, in questi anni, non ha saputo alternarlo con forme più democratiche di “convincimento”. Uno strumento che a volte è stato applicato con la “pena” aggiuntiva del demansionamento contrariamente a quanto stabilito da circolari Ministeriali ben note e di chiara interpretazione.
INTERVENTI
Si deve intervenire in modo rapido individuando le prospettive e le metodologie attraverso cui conseguire l’obiettivo riformatore.
Vanno riviste la regole che disciplinano l’intero sistema rivisitando alcune disposizioni relative, in particolare, all’aspetto disciplinare ed al regolamento di servizio, soprattutto nelle parti riguardanti l’esecuzione dei servizi, i diritti e i doveri.
DIREZIONE
Va rivalutata l’attività di direzione che dovrà abbandonare la logica “amicale-professionale” per essere proiettata verso una corretta amministrazione, con lo scopo imprescindibile di valorizzare le risorse umane.
Va ricucito l’habitus del dirigente che dovrà esprimere competenza, chiarezza di vedute e capacità decisionale, abbandonando il vecchio dogma secondo cui “informazione è potere”, potere del singolo.
Costui dovrà saper ponderare i premi e ricompense e calibrare adeguatamente i giudizi sui prestatori.
RAPPORTI INFORMATIVI
Col decorrere del tempo e col concorrere delle riforme, questo strumento valutativo ha perso la sua funzionalità ed è stato condotto, strada facendo, verso un lento ed inesorabile deterioramento.
Questo strumento di valutazione oggi non corrisponde più alle esigenze ne dell’istituzione ne delle aspettative di coloro che vengono valutati.
Esigenze dei prestatori è veder riconosciute le proprie doti, la propria identità, le proprie caratteristiche e vederle valutate obiettivamente; interesse dell’Amministrazione è conoscere e valorizzare appieno le potenzialità degli operatori.
Il rapporto informativo deve così divenire fonte di riflessione, strumento che registri e che tenga conto della complessità della realtà per poter verificare se le scelte siano state appropriate.
Alla arbitrarietà delle valutazioni vanno anteposti riscontri obiettivi ed oggettivi, slegati da sentimentalismi o generosi riconoscimenti o disconoscimenti.
LA FORMAZIONE
Ci si è spesso soffermati sul fattore professionalità quale elemento da incentivare nella consapevolezza che il sistema deve fornire alla collettività un prodotto valido.
In tale ottica va rivista la formazione del personale con riguardo ad un miglioramento dei programmi didattici e formativi, che non prevedano solo discipline “scolastiche” ma che risultino in sintonia con la realtà sociale.
Un operatore formato costituisce un investimento il cui valore va accresciuto nel tempo con costanza e dedizione.
Non va spezzata quindi l’alternanza fra teoria e pratica.
VALUTAZIONE RISCHIO STRESS
Non andranno trascurate le valutazioni relative a: disponibilità sociale, equilibrio emotivo, tolleranza allo stress attraverso forme di osservazione, anche sul campo, non invasive e non tendenti all’esclusione dal mondo del lavoro ma alla ricollocazione funzionale.
CONTROLLO
E importante il controllo e la verifica sulla correttezza dell’azione amministrativa
RELAZIONI SINDACALI
Il ruolo delle maestranze sindacali è di primaria importanza, in esso si depositano valori e diritti condivisi.
L’attuale degenerazione consiglia relazioni sindacali più avanzate, in un quadro che preveda reciproca disponibilità, che eviti tentativi di imposizione e che richieda di osservare regole di corretta deontologia nel pieno rispetto dei diritti delle parti.
Il sistema di relazioni sindacali deve riacquistare quel ruolo di occasione per trovare risposte concrete.